Il videoclip musicale d’animazione

Molte volte mi chiedo cosa serva per realizzare un buon videoclip musicale d’animazione. Al di là di nozioni tecniche del genere,  preferisco  farmi guidare dall’istinto, dalla sensazione che ispira il brano prima dalla musica e poi dalle parole, la musica è come se fosse l’ambiente e le parole l’energia positiva o negativa, in quell’ambiente.

Quando ero dall’altra parte, ossia musicista, avevo il problema opposto e cioè convertire le immagini che vedevo sfuocate nella mia mente in suoni e speravo che, chi poi traducesse i suoni di nuovo in immagini questa volta a fuoco, lo facesse centrando l’obiettivo. Questa è la vera difficoltà, e cioè, avere una buona idea di base ancor prima di pensare ad uno stile e ambientazioni varie. Il videoclip ha il compito di catturare l’attenzione dello spettatore per veicolare più facilmente la canzone verso di lui. Nel caso del video animato, l’animazione libera una creatività maggiore potendo realizzare personaggi, mondi immaginari colorati e infiniti e potenzialmente può dare una immagine particolare e potentissima alla band.

Il video animato necessita di molto lavoro e di conseguenza di tempo. Il rischio è perdere lucidità e istinto in corso d’opera, anche perché riascoltando il brano quasi fino allo sfinimento, si perde l’appeal iniziale. Questo succede anche quando si produce un brano musicale, gli amici musicisti mi possono capire. Non mi ritengo un genio del videoclip musicale ma essendo stato musicista e autore per molti anni, so cosa un musicista vorrebbe sotto alcuni aspetti.

Alcuni di questi che ritengo fondamentali sono legati soprattutto al ricreare atmosfere, azioni, al timing dei fotogrammi, agli stacchi non necessariamente sempre a tempo rischiando il banale, ma al momento giusto in base al brano, al punto di vista creativo, a volte retorico a volte sperimentale,  dipende dalla musica in questione e anche se di pochi minuti lo storytelling rappresenta un aspetto fondamentale, alla fine il videoclip è un piccolo cortometraggio e si deve raccontare qualcosa, non necessariamente in linea con il testo del brano.

Poi c’è il disegno, i colori, l’animazione e chi sceglie questo approccio invece del video cosiddetto “dal vero”, vuole qualcosa di diverso, qualcosa di più vicino alla sostanza di cui è fatta l’immaginazione senza limiti. Solitamente agisco così: ascolto il brano sul quale  mi si popone di realizzare il video, chiudo gli occhi (per vedere) e mi tuffo nella musica. Dopo qualche ascolto in diversi momenti della giornata o dei giorni a seguire, arriva l’idea che salvo sulla carta, la propongo al musicista, se ne discute, si evolve, se piace si parte con lo storyboard, poi lo studio dei personaggi e gli sfondi, poi parte la produzione del video.

Secondo me la prima fase di pre-produzione vale già metà dell’opera.
Uso poco l’animazione tradizionale, infatti il frame by frame cerco di limitarlo al minimo, le mie tecniche si basano perlopiù sulla computergrafica con tecnica ibrida tra cutout, 2D, 2.5D e 3D per quanto riguarda alcuni oggetti di scena. Nel complesso, per quanto riguarda i personaggi, si può notare uno stile che richiama i vecchi manga e anime giapponesi degli anni ’70-’80.

A questo link  ci sono alcuni videoclip realizzati da me.

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